Da 6 anni e mezzo sto con lui.
Abbiamo vissuto tante cose, ci siamo avvicinati e poi allontanati per uno stupido scherzo del destino, perchè non ci conoscevamo ancora bene ma pensavamo di sapere tutto l'uno dell'altro.
Ci siamo allontanati non per colpa degli altri ma per colpa nostra, del nostro voler essere tutto quando ancora non eravamo niente. Ci siamo allontanati piangendo, stando male, cercandoci comunque, tra la folla e quegl'occhi bagnati dalla paura e dagli errori commessi.
6 anni e mezzo fa, ci siamo allontanati ma poi, sempre 6 anni e mezzo fa, ci siamo riavvicinati, perchè impossibile finire qualcosa di più grande e immenso di Noi.
Eravamo più piccoli allora, più immaturi, io lontana dai miei trent'anni, distante anni luce da certe consapevolezze e doveri, tu romantico nei tuoi vent'otto, impaurito da un futuro che non conoscevi e dalla voglia di farmi tua.
Non sapevamo se fidarci, dove tutto quel divorarsi con gli occhi e con l'anima ci avrebbe portato... Eppure siamo qui, guardaci adesso.
Stringo al cuore il nostro anello di fidanzamento, guardo le chiavi di casa nostra appese al muro e penso... Penso a questo futuro che voracemente ci divora la mente e il cuore di felicità .
Penso al mio abito bianco, a come sarà fare l'amore tra quelle mura che saranno solo nostre, su quel letto che trasuderà di vita trascorsa insieme, insieme per davvero.
Eppure, in mezzo a tanti pensieri colmi di voglia e speranza, ci sono quei pensieri.
Pensieri in cui io ancora non c'ero, pensieri che, almeno all'inizio della nostra storia, mi tormentavano come mostri imbattibili. Io persa a combattere una guerra che fin dall'inizio sapevo di non poter vincere.
All'inizio la "gelosia" sembrava quasi normale, perchè apparteneva ad un pezzo di vita vissuta con lei. Quando, forse, eri felice e mai, dico mai, avresti pensato ad un'altra, a me per esempio.
Ma da quel tempo in cui tutto mi sembrava giusto, sono ormai trascorsi 6 anni e mezzo.
Dal tempo in cui mi sentivo ferita dal tuo passato è trascorsa un'eternità .
Ed io in questo lasso di tempo, ho creduto, ho finto che ogni cosa fosse tornata al suo posto, pensando d'aver sconfitto finalmente i demoni più temuti dal mio cuore.
E invece mi sbagliavo.
Ho cominciato a pensare a lei. Che stupida sono. L'ho fatto ingenuamente una sera in cui non riuscivo a prendere sonno. Ho cominciato a pensarci perchè non ricordavo il suo cognome e sono finita tra profili facebook di sconosciute che in comune avevano solo i dati anagrafici.
Destreggiandomi tra foto del profilo e di copertina, ho cercato di capire se tra quelle persone ci fosse lei... Capelli scuri lunghi, lineamenti mediterranei... Non ricordo perfettamente i suoi tratti somatici, l'ho d'altronde vista solo una volta e, considerando quell'unica volta un'errore madornale, ho cercato di rimuovere la sua immagine dalla mia testa.
Non è tanto la presunta ricerca che mi ha ferita, quanto il pensiero di quello che hanno condiviso.
Sei anni di loro, sei anni in cui lui ha scoperto l'amore grazie a lei.
Da ragazzo le piaceva, era a lei che puntava... E non è stato poi così difficile conquistarla visto che lei comunque era persa di lui.
Ma non è nemmeno questo che mi turba. Mi rattrista l'esserci ritrovati a parlare di lei, del loro passato, senza sapere bene cosa dire.
I suoi discorsi così nitidi, come se non fosse passato tutto questo tempo, il suo sapere bene ogni singola battuta, ogni singolo gesto che si rivolgevano... E magari ricordare ancora il sapore di quei baci, chi lo sa... Lui questo mica me l'ha mai detto. Mi ha solo raccontato che tutti erano invidiosi della loro storia, perchè lei era bella, perchè la desideravano tutti i ragazzi della compagnia... Ma l'hai avuta tu.
E mi fa male il fatto che ricordi ogni cosa di quel tempo trascorso insieme, mi fa male l'essere arrivata tardi, quando l'amore insieme alla sofferenza, già lo conoscevi bene. Avrei voluto essere la prima, essere la sola, quella della compagnia, quella della scuola, quella di tutto.
Ma così non è stato. Ti ho conosciuto a ventiquattro anni, quando ormai lei ti aveva tradito, quando ormai non c'era più nulla da salvare tra voi.
E poi quell'incontro in cui i vostri occhi si sono incrociati, mentre i miei sfidavano la sorte, pensando al vostro passato, a cosa avrebbe significato quel vostro salutarvi e scrutarvi.
Il mio pensare che non ci sarebbe mai stato posto, per me, tra voi. Perchè è così, il passato è passato e non puoi fingere che non ci sia stato.
Il passato c'è, te lo devi tenere, mica è una merce di scambio.
Il suo aggiungerti su facebook dopo quell'incontro, il tuo rifiutarla raccontandomi l'accaduto.
Il terrore nei miei occhi, nel perdere qualcosa che a fatica stava diventando mio, l'idea che tra voi qualcosa si sarebbe potuto risvegliare e magari, salvare.
Quel tempo in cui vivevo terrorizzata è passato, abbiamo vissuto tante cose che ci hanno unito davvero, nel corpo e nell'anima.
Quel periodo in cui vivevo come la sua ombra, cercando di fare meglio, di amarti meglio, di possederti davvero, è passato.
O almeno così credevo.
Perchè infondo, ancora ci sto pensando, ancora sono qui a scrivere di lei, dopo sei anni e mezzo di noi.
Ancora forse non riesco a discernere le cose, le due vite che tu hai vissuto, una con lei, una con me.
Forse non supererò mai quest'ostacolo, forse anche quando ci sposeremo, ogni tanto mi capiterà di pensare a lei, di pensare a quanto l'ho odiata perchè anche quando stavamo insieme, di scrupoli non ne aveva. Se ne è fregata della nostra vita ed ha provato a riavvicinarsi, ma tu non gliel'hai permesso.
Forse un giorno, nostro figlio ci chiederà delle storie passate di mamma e papà e allora lo so fin da ora, ci penserò ancora, come una stupida. Racconterò a quel bambino dagli occhi scuri e grandi, della vecchia fidanzata di papà che però non era la mamma. Racconterò di come, a causa sua, ho avuto paura anche delle cose più stupide, racconterò di un tuo sguardo che non era dedicato a me, o degl'incubi che accompagnavano le mie notti insonni, per esempio... E forse, tra le rughe del mio volto, ci sarà ancora spazio per i medesimi timori... Racconterò di tutte queste cose a nostro figlio, perchè immagino già la sua curiosità nel conoscere un passato in cui lui non c'era ancora... E allora mi sorprenderò quando, con la sua piccola manina mi accarezzerà il volto dicendo: "Tranquilla mamma, il papà ha scelto te, ed io ne sono la prova!"
«Accade a volte di non essere più se stessi, sia per i dispiaceri che per il decadimento fisico che inevitabilmente danneggia anche la memoria. In queste condizioni bisogna ritrovare la forza necessaria per andare avanti.»